Tutti abbiamo bisogno di esprimere le nostre emozioni e sentimenti.
L’arte è, nella nostra società, la mediazione tra la realtà e il mondo interiore che l’artista mette all’interno dell’opera artistica.
Un testo è la formalizzazione di ciò che non ha forma, ossia l’idea, la storia che ne sta alla base.
Chi legge per diletto, a differenza di chi deve tenere discorsi pubblici e, quindi, deve leggere per motivi professionali, non ha l’abitudine di leggere per qualcuno. Qual’è la differenza sostanziale? Cosa comporta leggere di fronte a un pubblico?
Leggere per qualcuno comporta l’adattamento del proprio tono di voce alle condizioni del pubblico, all’età degli uditori, al loro livello di attenzione, ai possibili problemi legati al loro apparato uditivo. Per rendere la voce piacevole all’ascoltatore è importante avere una buona pronuncia e quindi utilizzare una corretta dizione. Inoltre, dovendo presentare il testo attraverso la nostra voce, dobbiamo conoscere noi stessi il contenuto del testo e le nostre possibilità vocali in termini di estensione, timbro e intensità. Queste conoscenze non vengono imparate semplicemente leggendo, ma sono oggetto di studio durante i corsi e i laboratori di lettura espressiva.
Il pubblico deve percepire le nostre emozioni attraverso i contenuti del testo e il modo in cui questo viene letto. Se un romanzo trasmette malinconia, probabilmente il contenuto del testo descrive situazioni che l’autore ricorda con malinconia. Ma l’espressività del testo dipende principalmente da come il lettore utilizza la sua voce e da in che modo, attraverso essa, riesce a esternare le emozioni che prova leggendo quelle parole.