Cosa vuol dire Wedding Reportage?
E’ opinione diffusa che fintanto una persona non guardi nell’obiettivo della telecamera, basti scattare una foto in bianco e nero per diventare automaticamente fotoreporter matrimonialisti. Non c’è niente di più falso! Nella mia idea il fotografo di reportage è colui che ha un occhio attento ed allenato sulla realtà che lo circonda, ha la capacità di essere nel posto giusto al momento giusto. La difficoltà è scattare immagini autentiche che rispecchino fedelmente il “mood”, lo spirito della giornata. Quante volte mi sono sentita dire: “La mamma odia mettersi in posa, se puoi fotografarla senza farti scorgere per ottenere un sorriso spontaneo, sarebbe fantastico”
Con il giusto approccio umano, non è necessario avvicinarsi di soppiatto o nascondersi dallo sguardo degli invitati per “rubare scatti”, ma si può essere accettati anche all’interno di un contesto intimo e familiare. Infatti, quando qualcuno mi chiede da quando conosco gli sposi, pensando ad un rapporto di vecchia data, sò che sto facendo un buon lavoro.
Credo che oltra al bagaglio tecnico (fondamentale) ci sia un bagaglio umano che molto spesso nel settore della fotografia di matrimonio venga trascurato. Questa è una cosa che non si impara sui libri o frequentando corsi ma fa parte delle “skills” personali, la capacità di instaurare un rapporto di empatico con gli sposi e gli invitati, la capacità di infondere fiducia. Non bisogna dimenticare che la fotocamera è solo un strumento per raggiungere uno scopo, non è lo scopo.
La vera fotografia di reportage è molto più di una bella foto. Sia chiaro: credo che l’estetica conti, come l’indefinibile fattore base che un’immagine deve avere. Tuttavia le immagini devono possedere di più, devono creare una connessione emotiva se vogliono superare la prova del tempo, qualcosa che credo nella fotografia tradizionale “in posa” non avvenga.