Si è nell’era del digitale, e non è più un segreto. Ma l’era del digitale è soprattutto legata all’intrattenimento, che è affare praticamente di tutti.
La digitalizzazione è una delle novità degli ultimi anni, solo accelerata dal Covid-19, che ha ridisegnato le abitudini dei consumatori. A cambiare sono stati alcuni settori strategici, prima monopoli ed oggi invece fruibili da più parti. In particolare, sono cambiati il mondo dell’informazione e dei media: non è un caso quando si parla di nuove maniere di informarsi, ascoltare, apprendere le notizie e restare connessi col mondo.
La nuova informazione si chiama podcast. Una vera e propria rivoluzione, quella dell’audio on-demand, che ha fatto breccia nel cuore degli appassionati e non solo, di quanti si erano stancati delle radio e dei telegiornali, ma anche di quanti non hanno mai apprezzato le forme “classiche” di informazione. Per capirsi: c’è una generazione intera che la tv per guardare il telegiornale non l’ha nemmeno mai accesa. Ma magari ascolta direttamente podcast.
In Italia – solo nel 2022 – sono stati 13 i milioni di ascoltatori di podcasting. Una crescita continua, non di certo un trend passeggero: il 53% degli ascoltatori di podcast, infatti, è un appassionato regolare, perlopiù da smartphone, in ogni caso in situazioni di “mobilità”, o in auto. Un gruppo di ascoltatori multitasking: i podcast sono graditi soprattutto mentre si fanno altre attività. E ciò è un indiscutibile punto a favore dell’audio on-demand: non c’è bisogno di un orario o di tempi stabiliti per fruire dell’informazione. Il tutto in pochi secondi. E generalmente lo si fa per passione. Circa i contenuti, ovviamente, è per l’appunto l’intrattenimento. Ma in crescita sono anche altri temi, quello formativo su tutti. Il che è un netto vantaggio: aumentano i podcast di storia, geografia, cultura generale. Un punto a favore per quegli insegnanti che favoriscono forme alternative di istruzione.
Ma perché il podcasting piace tanto? Per decenni si è trattato di un fenomeno di nicchia, ma oggi evidentemente non è più così. La ragione è nella componente ibrida del podcasting, oggi un medium sonoro e visivo per l’intrattenimento, intensamente mediato da schermi, luci, immagini, istantanee, copertine.
Molto più immediati di YouTube e forse anche dei social: il podcasting è oggi un corpo vivo, malleabile, in continua trasformazione. Non un oggetto statico ma in transizione. Cambia così come cambia la tecnologia e come si modificano le abitudini dei consumatori. Il segreto è nell’ibrido insito ai podcast, giusto un mezzo tra i video e gli audio.